Mojocon

Mojocon Day One: il giornalismo è morto, ma sta benissimo

Mojocon: il futuro è qui.

Finisce il primo giorno di Mojocon 2017, la Mobile Journalism World Conference and Content Creation che si sta svolgendo a Galway, sulla costa atlantica dell’Irlanda e le sollecitazioni da raccontare sono molte, moltissime. La prima? Il futuro del giornalismo è mojo e passa da qui, da queste centinaia di innovatori e pionieri della cultura del mobile journalism che RTE, la televisione di stato irlandese, grazie alla fenomenale lungimiranza di Glen Mulcahy, ha creato nel 2015 e che quest’anno ha portato nel mondo dei video a 360 gradi.

La mattina del funerale.

Abbiamo passato la mattina a fare il funerale al giornalismo, anche perché, insomma, il cadavere puzza. I mojoer, infatti, sono quelli che possono ribaltare la situazione, ma solo dopo aver rotto gli indugi, i linguaggi, il consueto modo di produrre e di distribuire contenuti di informazione. Solo dopo aver fatto, quindi, il funerale al giornalismo come lo abbiamo conosciuto fino a ora.

Nel panel con Michael Rosenblum, Ilicco Elia, Samamtha Barry di CNN, Montaser Marai di Al Jaazera e Mark Joyella si sono evidenziate due fazioni con una spaccatura in mezzo. La prima, rappresentata bene da Rosenblum e da Ilicco Elia (ex Reuters), ha parlato apertamente di un giornalismo morto grazie al web, morto per suicidio perché non si è accorto che tutto il  mondo attorno all’ecosistema dell’informazione cambiava. La seconda, ben diretta da Samantha Barry, che ha parlato di un giornalismo in perfetta salute, ma comunque detenuto dalle news organization che condizionano, comunque, il mercato.

Il pomeriggio a fare immersione.

Il panel più pratico, dopo una divagazione “religiosa” di una conferenza nella quale si discuteva della divisione tra mondo iOS e mondo Android, è stato quello del pomeriggio, con Sarah Hill di Story Up (guarda il sito, ti conviene), con Sarah Jones, con Louis Jebb di Immersivly, con Robert Hernandez della University of Southern California e Max Richter di Insta 360. Il motivo? Beh, semplice. Ha regalato un’enormità di consigli pratici e anche dei consigli su come monetizzare i contenuti. Uno? Guardate qui cosa si può fare e vendere con thinklink.


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