sottotitoli senza patemi con autocap

Autocap: la soluzione per i sottotitoli

L’intelligenza artificiale e la voice recognition ci vengono in soccorso.

L’operazione dell’apposizione dei sottotitoli è una specie di inferno per ogni videomaker. Ognuno di noi ha dietro le spalle notti insonni a cacciare dentro lunghissimi discorsi, frase dopo frase, cella dopo cella. Dalle ricerche che ho fatto in questi mesi, tuttavia, posso cominciare a dirti che l’epoca delle ore perse dietro ai sottotitoli dei tuoi video potrebbe essere un ricordo. Il merito è di uno sviluppatore poco più che quarantenne di Tel Aviv che si chiama Eli Leshem il quale ha sviluppato una miracolosa app chiamata “Autocap” che aggiunge le cosidette “caption”, i sottotitoli, appunto, a video finito.

La tecnologia che sta dietro.

Ho fatto una lunga chiacchierata con Eli e ho scoperto un mondo. Dietro Autocap ci sono server che fanno voice recognition, ricognizione della voce, passando tutto il video e traducendo le frasi dette in frasi scritte con una cura dell’ 80-90%. Non avevo mai incontrato applicazioni simili, fino a quando l’ho scoperta grazie a una dritta del buon @smartfilming, alias Florian Reichart, mago tedesco del mondo android. Avevo visto, invece, applicazioni speech to text che, tuttavia, non mi hanno mai mostrato l’accuratezza nella trascrizione che mostra Autocap, sulla quale la necessità di intervento non passa mai il 10 per cento delle parole dette.

Dietro questa app ci sono fior di server che fanno voice recognition e che , tra l’altro, imparano man mano che gli dai video da mangiare. Algoritmi precisi e dotati di intelligenza artificiale che fa auto apprendere, scodellano l’ sottotitoli in video anche lunghi, sui quali, grazie ad Autocap, puoi anche intervenire con nuovi font e colorazioni diverse. Per scoprire tutti i segreti, a ogni modo, ti lascio alla chiacchierata che ho fatto qualche giorno fa con Eli che è in inglese e, naturalmente, non è sottotitolata :-). Ultima nota: Autocap, per ora, è solo per Android, ma presto sarà sviluppata anche per iOS.

La chiacchierata con Eli Leshem

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