Giornalista, sono un giornalista.

Oggi è un giorno speciale perché è il giorno in cui mi riprendo una parola. Anzi, mi riprendo la parola. Mi riprendo la qualifica, la vita, il senso, i progetti, i linguaggi ispirati dalla parola giornalista. L’esperienza delle elezioni vissuta assieme alla squadra di Rinnoviamo l’Ordine, di cui ti ho raccontato anche qui, come sui miei social, ha concluso un lungo viaggio che ho fatto ai confini della mia professionalità. Da ore, forse da qualche giorno mi vengono in mente le facce, gli occhi, i messaggi di coloro che mi hanno sostenuto. Mi vengono in mente anche i 369 voti che mi hanno dato. Senza una redazione, dopo anni di lontananza fisica dagli ambienti del mestiere del giornalista, aver preso tutti quei voti è stata un’impresa.

Il giornalista di domani, oggi

Sono un giornalista e resterò un giornalista. Sono un giornalista di domani, oggi. Un produttore di contenuti per l’informazione, un progettista di comunicazione consistente, obiettiva, di valore. Per chiunque me la chieda. Sono un giornalista che rispetta i valori della professione, la sua etica, il suo senso. Sono, però, anche un giornalista che è giornalista in altri posti, in altri modi. Un giornalista che si è creato una figura totalmente digitale e che studia l’innovazione dei media, i loro processi produttivi, i loro business model. Sono un giornalista che fa formazione multimediale, che è cultore della comunicazione interna ed esterna in tutti i suoi ambiti e in tutte le sue declinazioni.

Sempre con il senso del contenuto per l’informazione o la formazione.

L’evoluzione delle mie materie

Ero un giornalista. Mi sono allontanato da quel mondo, ma con la convinzione, coltivata ogni giorno, che sarei tornato per cambiarlo. Con il nuovo, dal profondo, per sempre. La proposta di candidatura è stata per me il segnale che stavo tornando. Ho provocato, ispirato, aiutato il cambiamento della prima fase di questo mio reingresso: la campagna elettorale. E’ andata male, di poco, ma male.

Poi ho pensato a quello che mi ha lasciato l’esperienza elettorale ed è un patrimonio enorme. Ho fatto paura a chi, per anni, ha marciato su questa professione. Ho aiutato il vento del cambiamento. Ho fatto comprendere che il cambiamento non è poi così male. Deve essere soltanto interpretato a dovere.

Allora adesso non posso tirarmi indietro e ricomincio dal mio posto. Dal mio blog che divulgherà il futuro del giornalismo e il suo presente attraverso la mia esperienza di giornalista declinata in modi nuovi in questi anni. Non posso tirarmi indietro. Per questo motivo ho riscritto sui miei social la parola giornalista. Me la sono ripresa del tutto. Su Facebook, su Twitter, su Linkedin. Qui.

Non è mobile journalism, è giornalismo

Da adesso si cambia registro. Non è Mobile journalism, è giornalismo. Non è social media journalism, è giornalismo. E io sono e rimango un giornalista. Da oggi qui ci troverai meno distinzioni, meno sottocategorie, meno leziosità. Il giornalismo che faccio io, tutti i giorni, è e resta giornalismo.


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