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L’arte di seminare

Seminare non è un lavoro che fanno soltanto gli agricoltori. Lo fai anche tu.

In questi giorni sto riallineando il mio lavoro a nuovi obiettivi, cambiando la mia immagine digitale e social e modificando il racconto del mio percorso. È un momento bellissimo e anche un po’ pauroso perché quando cominci a fare queste operazioni di riallineamento dell’asse puoi anche scoprire cose molto brutte su di te.

La fotografia

In momenti come questo io faccio la fotografia di quello che sono come professionista e del lavoro che sto facendo. Cerco anche di guardarmi da fuori e di capire se la percezione che si ha di me è quella che io voglio che sia. Spesso scopro errori, spesso scopro che io stesso non ho immagine personale e digitale allineate. Spesso capisco che non si capisce dai miei social e dal mio sito chi veramente sono e cosa veramente faccio. E questa fotografia mi mette a nudo, mi fa incazzare con me stesso e mi fa iniziare un nuovo cambiamento. Il progetto professionale che sto sviluppando in questi anni mi ha regalato delle soddisfazioni enormi e ha inciso (in positivo) sulla vita di tante persone e sulla mia. La fotografia che ho fatto, però, mi ha presentato un ritratto digitale di me ancora sfocato. E non va bene.

Le scarpe rotte

Sono un calzolaio con le scarpe rotte e, a questo punto del progetto, non può andare bene che sia così. Guadagnandomi da vivere con i contenuti che faccio per altri mi è capitato di trascurare i miei. E non deve più succedere. Così mi sono messo di buzzo buono a iniziare una nuova semina. Già, perché si tratta di semina. Ogni traccia che lasci di te, online o offline che sia, deve rispondere sempre in modo adeguato al progetto che hai e alla percezione che vuoi dare di te. I contenuti creati da me in questi anni sono sempre stati confinati a momenti rubati del mio tempo, ai sacrifici della domenica mattina o della sera tardi. E’ stato un indubitabile e naturale errore per uno che è sempre vissuto con i contenuti creati affinché altri ne godessero i risultati.

Fai attenzione a gettare semi

Il percorso, quindi, cambia. Cambia perché i miei contenuti per te e per la comunità di persone che seguono il mio lavoro verranno posizionati più in alto nella tabella delle priorità giornaliere. Cambia perché seminerò diversamente le percezioni della mia immagine e del mio lavoro. Si modifica perché seminerò anche nel mondo digitale con la stessa cura con la quale gestisco rapporti, relazioni e scambi di valore nel mondo reale. Quando incontro le persone getto dei semi usando le parole e i gesti con cura. Scambio con profondità informazioni, sensazioni, stati d’animo e sentimenti. Senza lesinare le forze. Dev’essere così dal primo articolo di questo sito all’ultimo dei miei post social. Con l’idea che quando getto semi la cura che ci metto migliorerà il raccolto. Fallo anche tu. Fai attenzione a gettare semi, parole, contenuti. Ovunque. Ti posso dire già ora che il raccolto sarà migliore.


Commenti

2 risposte a “L’arte di seminare”

  1. Avatar Raffaele Pinto
    Raffaele Pinto

    Il cambiamento, il rinnovamento é sempre drammatico perché ti fa lasciare certezze alla ricerca di nuovi approdi, nuovi porti sicuri: nel frattempo c’é il mare aperto del timore e dell’insicurezza. Non é facile fare cambiamenti, per nessuno: ma bisogna capire che il vero coraggioso non é quello che non prova la paura, ma quello che la prova, e tanta anche, e malgrado questo decide di tentare una nuova strada, una nuova avventura. In bocca al lupo per tutte le tue nuove iniziative, caro Francesco.

    1. Grazie. Di cuore. Questa paura qui è una delle emozioni umane che io considero molto belle e che quasi quasi cerco. La vera paura la proverei se smettessi di cambiare.

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