Jobpocalypse: cosa significa per chi si riqualifica.
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Il 41% dei leader aziendali globali afferma che l’intelligenza artificiale sta consentendo riduzioni dirette del personale nelle loro organizzazioni. Non si tratta di previsioni o scenari futuri: è quello che sta accadendo ora, nel 2025.
Secondo il recente report “Evolving Together: AI, automation and building the skilled workforce of the future“ pubblicato dal British Standards Institution (BSI), basato su interviste a oltre 850 leader aziendali in 8 paesi, stiamo vivendo quella che viene definita “jobpocalypse”: un collasso sistemico del modello tradizionale di ingresso nel mondo del lavoro.
Ma cosa significa davvero questo fenomeno? E soprattutto: come possono orientarsi i professionisti che stanno investendo nella riqualificazione?
I numeri della jobpocalypse: cosa dice la ricerca BSI 2025
Il British Standards Institution (l’ente certificatore nazionale inglese, l’equivalente del nostro Rina) ha condotto un’indagine su 853 business leader in 8 paesi (Cina, Giappone, Australia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e India) tra agosto 2025, analizzando anche i report annuali di 123 aziende attraverso strumenti di analisi AI.
Le riduzioni di personale sono già in atto
I numeri parlano chiaro:
- 41% dei leader afferma che l’IA sta consentendo riduzioni dirette del personale
- 50% dichiara esplicitamente che l’AI sta aiutando a ridurre il numero di dipendenti
- 18% delle aziende investe in IA specificamente per ridurre il personale
Come è cambiato il processo decisionale aziendale
La vera rivoluzione sta nel modo in cui le aziende pensano al lavoro:
- 31% delle organizzazioni oggi esplora soluzioni AI prima di considerare l’assunzione di persone
- 40% prevede che questo diventerà la norma entro 5 anni
- 61% investe in IA principalmente per aumentare produttività ed efficienza
- 49% per ridurre i costi operativi
Per decenni il paradigma è stato: “Il lavoro lo fanno le persone, le macchine aiutano”. Oggi si sta invertendo: “Il lavoro lo fanno i sistemi AI, le persone intervengono quando necessario”.
Questo non è solo un cambiamento operativo, ma un cambiamento nel modo stesso di pensare il lavoro.
L’impatto devastante sui ruoli entry-level
Il dato più allarmante riguarda i lavori entry-level, quelli tradizionalmente destinati a chi inizia la carriera:
- 39% delle aziende ha già ridotto o eliminato posizioni junior grazie all’IA
- 43% prevede ulteriori tagli nei prossimi 12 mesi
- 55% dei leader ritiene che i benefici dell’IA compensino le disruzioni sulla forza lavoro
Quali paesi sono più colpiti?
L’India guida questa trasformazione con il 50% delle aziende che hanno ridotto ruoli junior. Seguono Australia (57% dichiara che l’AI aiuta a ridurre il personale a livello junior) e Cina (61% prevede riduzioni future). In Italia e in Europa, il fenomeno è in crescita ma ancora meno aggressivo rispetto all’Asia-Pacifico.

Chi colpisce davvero: la “Generation Jaded”
Il report BSI introduce un termine nuovo e inquietante: “Generation Jaded” – dall’acronimo “Jobs Automated, Dreams Eroded” (lavori automatizzati, sogni erosi).
Si riferisce a quella generazione che:
- Ha già subito disruzioni nella formazione scolastica a causa del Covid-19
- Si trova ora di fronte a un mercato del lavoro che elimina proprio i ruoli pensati per chi inizia
- Rischia di non sviluppare mai le competenze che si acquisivano attraverso l’esperienza entry-level
L’ammissione dei manager: “Siamo stati fortunati”
I dati più significativi vengono proprio dai leader che oggi prendono queste decisioni:
- 56% dichiara di essere stato “fortunato” ad aver iniziato la carriera prima che l’IA trasformasse il proprio settore
- 43% ammette che non avrebbe sviluppato le competenze attuali se l’IA fosse stata disponibile all’inizio della carriera
- 28% si aspetta che il proprio ruolo attuale non esisterà più entro il 2030
È come se avessero salito una scala e poi, una volta arrivati in cima, avessero tolto il primo gradino dietro di loro.
Il pericolo della “skills latency”
Il report evidenzia un pericolo strutturale: la latency delle competenze – un ritardo generazionale nello sviluppo delle capacità professionali.
Se un’intera generazione non ha accesso ai ruoli formativi entry-level, chi ricoprirà i ruoli senior tra 10-15 anni? Come si formeranno i futuri manager se non potranno fare esperienza sul campo?
Le aziende stanno ottimizzando per l’efficienza di oggi, ma stanno creando un problema di talento per il domani.
Perché sta succedendo: il paradosso dello spazio formativo
Le mansioni entry-level che l’IA sta eliminando non erano solo “lavoro produttivo”. Erano spazio formativo – il luogo dove si imparava a lavorare.
Cosa si imparava nei ruoli entry-level
I primi lavori insegnavano competenze che nessuna scuola o università può dare:
- Gestire il tempo quando hai troppe cose da fare
- Comunicare in modo efficace in contesti professionali
- Capire come funzionano davvero le dinamiche aziendali
- Riconoscere le priorità vere da quelle apparenti
- Reggere lo stress e la pressione
- Imparare a sbagliare e correggersi
- Costruire relazioni professionali
- Navigare la politica aziendale
L’IA può fare ricerche, compilare report, gestire agende, rispondere a email routine. Ma non può insegnare queste meta-competenze che si sviluppano solo attraverso l’esperienza vissuta.
L’analisi dei report aziendali rivela le priorità
Un dato significativo emerge dall’analisi AI dei 123 report annuali esaminati dal BSI: il termine “automation” è citato quasi 7 volte più frequentemente di “upskilling”, “training” o “education”.
Le aziende comunicano l’IA principalmente come:
- Driver di innovazione
- Vantaggio competitivo
- Strumento di efficienza
Con molto meno enfasi su:
- Implicazioni sulla forza lavoro
- Investimenti in capitale umano
- Preparazione dei dipendenti al futuro
Solo il 34% delle aziende intervistate ha un programma di formazione strutturato per preparare i dipendenti all’uso dell’IA. In Giappone questa percentuale scende al 16%, mentre in India sale al 64%.
La visione di Stuart Russell: “Dovremo diventare bravi a essere umani”
Stuart Russell è professore di Computer Science a UC Berkeley, direttore del Center for Human-Compatible Artificial Intelligence, e autore del manuale universitario più usato al mondo per studiare IA.
Nel suo libro “Human Compatible: Artificial Intelligence and the Problem of Control” (2019 – a questo link trovi l’edizione italiana che si intitola “Compatibile con l’uomo“), Russell pone una domanda fondamentale: cosa succede quando le macchine possono fare la maggior parte del lavoro produttivo?
La sua risposta cambia prospettiva
“Forse le generazioni future si chiederanno perché mai ci siamo preoccupati di una cosa tanto futile come il ‘lavoro’. Nel caso in cui questo mutato atteggiamento tardasse ad arrivare, la maggior parte delle persone sarà impegnata a fornire servizi interpersonali che possono essere offerti – o che preferiamo siano offerti – soltanto dagli esseri umani. Vale a dire che se non possiamo più fornire un lavoro fisico e mentale di routine possiamo comunque fornire la nostra umanità. Dovremo diventare bravi a essere umani.”
Cosa significa concretamente
Russell non sta facendo retorica. Sta identificando una categoria specifica di competenze che l’IA non può replicare:
Servizi che richiedono umanità autentica:
- Empatia vera (non simulata)
- Giudizio morale in contesti complessi
- Interpretazione di situazioni ambigue
- Costruzione di relazioni di fiducia duratura
- Creatività contestuale e laterale
- Capacità di dare senso alle esperienze umane
Russell sottolinea che le persone non vogliono solo essere efficienti. Vogliono sentire che il loro lavoro ha senso, crea valore relazionale, richiede impegno significativo.
La jobpocalypse non è quindi solo una crisi economica del mercato del lavoro. È una crisi antropologica: ci costringe a ridefinire cosa rende il lavoro umano insostituibile.
Se ti stai riqualificando, hai già un vantaggio competitivo
Ecco una buona notizia: se sei un professionista che sta investendo nella riqualificazione, hai un vantaggio competitivo fondamentale rispetto alla Generation Jaded.
Cosa hai già che non può essere replicato
✅ Hai già attraversato la fase formativa entry-level – Conosci cosa significa lavorare in un’organizzazione reale
✅ Possiedi le meta-competenze che si acquisiscono solo attraverso l’esperienza diretta
✅ Sai come funzionano le dinamiche organizzative – Capisci la politica aziendale, le gerarchie, le relazioni
✅ Hai esperienza nel gestire stress, deadline, conflitti – Sai come reagire quando le cose non vanno come previsto
✅ Hai costruito resilienza professionale – Hai fatto errori, hai imparato, ti sei adattato
Il problema (e la soluzione)
Il problema: Queste competenze da sole non bastano più nel mercato attuale che richiede anche expertise tecnica avanzata.
La soluzione: Integrare competenze verticali specialistiche con l’esperienza orizzontale già acquisita. Questa combinazione – esperienza umana profonda + competenze tecniche – è esattamente quello che il mercato cerca e che l’IA da sola non può fornire.
Le 4 competenze chiave da sviluppare per il futuro
1. Problem Solving Complesso e Non Strutturato
Cosa significa: Affrontare problemi senza regole predefinite, gestire l’ambiguità, applicare creatività laterale, interpretare situazioni senza precedenti.
Perché l’IA non può farlo: L’intelligenza artificiale eccelle nei compiti ben definiti con obiettivi chiari e misurabili. Ma fallisce quando:
- Il problema stesso è ambiguo o mal definito
- Non esistono dataset storici di riferimento
- Serve interpretazione contestuale profonda
- L’obiettivo stesso deve essere negoziato
Come svilupparla:
- Esponiti a problemi complessi multi-variabile
- Pratica il pensiero sistemico
- Studia casi aziendali ambigui senza soluzione univoca
- Allenati a formulare buone domande, non solo a trovare risposte
- Lavora su progetti interdisciplinari
2. Pensiero Critico e Valutazione dell’Output IA
Cosa significa: Riconoscere quando l’IA “sta allucinando” (inventando informazioni plausibili ma false), identificare bias negli algoritmi, validare l’accuratezza dei risultati, comprendere i limiti dei modelli.
Perché è cruciale adesso: Il report BSI mostra che solo il 34% delle aziende ha programmi di formazione per l’uso critico dell’IA. C’è un enorme gap di competenze nella supervisione dei sistemi AI. Chi sa fare questo diventa indispensabile.
Come svilupparla:
- Studia come funzionano i modelli di IA (almeno a livello concettuale)
- Pratica prompt engineering consapevole e strutturato
- Impara a verificare le fonti citate dall’IA
- Confronta output di diversi modelli sulla stessa richiesta
- Documenta quando l’IA è affidabile e quando no
- Studia casi di fallimenti dell’IA
3. Competenze Relazionali e Comunicative Avanzate
Cosa significa: Negoziazione in contesti complessi, mediazione di conflitti interpersonali, costruzione di fiducia duratura, lettura delle dinamiche non dette, gestione emotiva di situazioni critiche.
Perché l’IA non può sostituirle: L’IA può simulare empatia nelle risposte, ma:
- Non può essere veramente empatica
- Non comprende autenticamente le emozioni umane
- Non può costruire relazioni basate su esperienza condivisa
- Non ha storia personale da cui attingere
- Non può leggere il linguaggio del corpo e il contesto fisico
Queste sono esattamente le competenze che Russell chiama “essere bravi a essere umani”.
Come svilupparle:
- Formazione specifica in comunicazione efficace e non violenta
- Pratica costante di ascolto attivo
- Studio di psicologia organizzativa e delle dinamiche di gruppo
- Esercizio deliberato di intelligenza emotiva
- Mentoring e coaching reciproco
- Esposizione a situazioni di conflitto gestito
4. Capacità di Apprendimento Continuo (Meta-learning)
Cosa significa: Imparare a imparare, adattarsi velocemente a nuove tecnologie e paradigmi, riconoscere cosa non si sa, cercare attivamente nuove conoscenze, aggiornare continuamente il proprio skillset.
Perché è il vero discrimine: Il mercato del lavoro cambierà più volte nel corso della tua carriera. Le tecnologie che impari oggi potrebbero essere obsolete tra 5 anni. La competenza più importante non è cosa sai oggi, ma quanto velocemente puoi imparare domani.
Come svilupparla:
- Costruisci abitudini di apprendimento quotidiano (anche 30 minuti al giorno)
- Diversifica le fonti di conoscenza (libri, corsi, podcast, pratica)
- Pratica il “learning by doing” sistematico
- Rifletti sul tuo processo di apprendimento (cosa funziona per te?)
- Esci regolarmente dalla comfort zone cognitiva
- Insegna ad altri ciò che impari (consolida l’apprendimento)

Il ruolo dell’AI Act europeo: perché la supervisione umana è obbligatoria (e cosa significa per te)
Il principio di “meaningful human oversight”
Sia l’AI Act europeo (Regolamento UE 2024/1689) che la Legge italiana n. 132/2025 sull’intelligenza artificiale stabiliscono un principio fondamentale: i sistemi IA ad alto rischio devono rimanere sotto supervisione umana significativa.
Cosa significa “supervisione umana significativa”:
- Un essere umano qualificato deve poter comprendere cosa fa il sistema IA
- Deve poter valutare criticamente l’output prodotto
- Deve poter intervenire, modificare o annullare decisioni
- Deve avere le competenze necessarie per farlo efficacemente
Questo non è un suggerimento: è un obbligo legale.
Quali sistemi richiedono supervisione umana
L’AI Act classifica come “ad alto rischio” i sistemi usati in:
- Gestione delle risorse umane (assunzioni, valutazioni prestazioni, licenziamenti)
- Accesso a servizi essenziali (credito, assicurazioni, servizi sanitari)
- Forze dell’ordine e amministrazione della giustizia
- Gestione di infrastrutture critiche
- Istruzione e formazione professionale
In tutti questi contesti, non può esserci automazione totale. La legge richiede sempre un professionista umano qualificato che supervisioni.
Opportunità professionali create dalla normativa
La normativa crea una domanda strutturale e crescente di professionisti capaci di:
Nuovi ruoli professionali richiesti:
- AI Governance Officer: Garantire conformità normativa aziendale
- AI Ethics Specialist: Valutare implicazioni etiche e identificare bias
- AI Auditor: Verificare accuratezza, sicurezza e conformità dei sistemi
- Human-in-the-Loop Supervisor: Supervisionare decisioni critiche in tempo reale
- AI Impact Assessor: Valutare impatti su diritti fondamentali e privacy
- AI Training Specialist: Formare le organizzazioni all’uso critico dell’IA
Questi non sono lavori del futuro. Sono lavori che servono adesso e che cresceranno esponenzialmente nei prossimi 3-5 anni.
La certificazione ISO/IEC 42001
Il British Standards Institution (lo stesso che ha prodotto il report sulla jobpocalypse) offre la ISO/IEC 42001 – il primo standard internazionale per i sistemi di gestione dell’IA.
Questa certificazione prepara le organizzazioni a:
- Utilizzare l’IA in modo responsabile e conforme
- Gestire rischi e garantire trasparenza
- Implementare supervisione umana efficace
- Documentare processi decisionali
Per i professionisti: Conoscere questi standard, anche a livello base, è un vantaggio competitivo significativo nel mercato del lavoro italiano ed europeo.
Strategia pratica: il framework per la riqualificazione efficace
FASE 1 – Autovalutazione realistica
Cosa fare:
- Identifica le tue competenze trasversali già acquisite (esperienza, soft skills)
- Riconosci onestamente i gap tecnici da colmare
- Comprendi dove il tuo settore specifico sta andando
- Analizza quali competenze richiede il mercato oggi
Strumenti:
- Analisi dei job posting nel tuo settore
- Conversazioni con professionisti già riposizionati
- Studio dei trend di settore (report, ricerche)
- Assessment professionale delle competenze
FASE 2 – Specializzazione tecnica mirata
Cosa fare:
- Scegli un’area tecnica specifica da approfondire (non cercare di imparare tutto)
- Sviluppa competenze di supervisione e valutazione critica dell’IA
- Studia il quadro normativo (AI Act, ISO 42001, GDPR in relazione all’IA)
- Costruisci progetti pratici che dimostrano le competenze
Focus consigliati per l’Italia:
- Conformità AI Act per PMI italiane
- IA nel settore manifatturiero (Industry 4.0)
- IA nei servizi professionali (legal tech, consulting)
- IA nella sanità (rispettando normative sanitarie)
FASE 3 – Integrazione esperienza + tecnica
Cosa fare:
- Combina expertise tecnica nuova con esperienza umana consolidata
- Posizionati esplicitamente come “governatore di sistemi IA”
- Costruisci un portfolio che dimostri entrambe le dimensioni
- Comunica il tuo valore unico (esperienza + competenza tecnica)
Come comunicarlo: “Ho 15 anni di esperienza in [settore] + competenze certificate in AI governance = posso supervisionare efficacemente l’implementazione di sistemi IA garantendo conformità e risultati di business”
FASE 4 – Sistema di apprendimento continuo
Cosa fare:
- Crea abitudini di aggiornamento costante (es. 30 min/giorno)
- Diversifica fonti e tipologie di apprendimento
- Mantieni flessibilità cognitiva attraverso esposizione a nuovi ambiti
- Costruisci una rete professionale che condivide conoscenza
Sistema pratico:
- Lunedì: Lettura report e ricerche di settore
- Martedì/Giovedì: Pratica tecnica (coding, tool IA, ecc.)
- Mercoledì: Approfondimento normativo/etico
- Venerdì: Riflessione e consolidamento
- Weekend: Progetti personali e sperimentazione
Conclusioni: la riqualificazione non è un’opzione, è la risposta strategica
La jobpocalypse è reale e presente
I dati del report BSI 2025 non lasciano spazio a dubbi:
- ✅ Il 41% delle aziende globali usa l’IA per ridurre personale
- ✅ Il 39% ha già tagliato ruoli entry-level
- ✅ Il 43% prevede ulteriori tagli entro la fine del 2025
- ✅ La Generation Jaded rischia un gap formativo generazionale senza precedenti
- ✅ Il 56% dei manager ammette di essere stato “fortunato” a iniziare prima dell’IA
Ma i professionisti esperti hanno carte vincenti
Se ti stai riqualificando, hai vantaggi che la nuova generazione non può ottenere:
- Esperienza umana già consolidata attraverso anni di lavoro reale
- Meta-competenze sviluppate sul campo (gestione stress, politica aziendale, dinamiche relazionali)
- Capacità di integrare tecnica e saggezza organizzativa
- Posizionamento ideale per ruoli di supervisione IA richiesti dalla normativa europea
Il messaggio di Stuart Russell
“Dovremo diventare bravi a essere umani.”
Questa non è una frase poetica. È una strategia concreta: sviluppa le competenze che l’IA non può replicare – giudizio contestuale, empatia autentica, creatività laterale, costruzione di relazioni, responsabilità morale.
La tua prossima azione
La jobpocalypse non elimina il lavoro umano. Elimina il lavoro ripetitivo, procedurale, senza giudizio contestuale.
Rimane – e diventa più centrale – il lavoro che richiede:
- Umanità autentica
- Interpretazione del senso
- Giudizio in condizioni di incertezza
- Responsabilità morale
- Costruzione di relazioni di fiducia
Se stai investendo nella tua riqualificazione, stai facendo esattamente la cosa giusta al momento giusto.
Non è un percorso facile. Richiede impegno, tempo, energie, a volte sacrifici. Ma i dati mostrano che è l’unica risposta strategica efficace a un mercato del lavoro che sta cambiando in modo irreversibile.
La domanda non è più “se” riqualificarsi, ma “come” farlo nel modo più efficace possibile.
Domande frequenti sulla jobpocalypse
Cosa significa esattamente “jobpocalypse”?
Jobpocalypse è il termine coniato dal British Standards Institution per descrivere il collasso del modello tradizionale di ingresso nel mondo del lavoro causato dall’automazione tramite intelligenza artificiale. Il 41% delle aziende globali sta usando l’IA per ridurre direttamente il personale, con un impatto particolare sui ruoli entry-level (-39% già tagliati).
Quali settori sono più colpiti in Italia?
In Italia, come nel resto d’Europa, i settori più esposti sono: servizi finanziari (50% ha ridotto ruoli junior), retail (32% ha tagliato posizioni entry-level), e servizi professionali. Il settore manifatturiero (built environment) è quello meno impattato finora (25%), ma l’automazione sta accelerando con Industry 4.0.
Come posso sapere se il mio lavoro è a rischio?
Poniti queste domande: (1) Il mio lavoro comporta principalmente compiti ripetitivi o procedure standardizzate? (2) Potrebbe essere descritto come un insieme di regole chiare? (3) Non richiede giudizio contestuale complesso o relazioni interpersonali profonde? Se hai risposto sì a tutte e tre, il rischio è alto. Ma ricorda: non è il lavoro che sparisce, è il tipo di lavoro che cambia.
L’AI Act mi protegge dalla disoccupazione?
L’AI Act non impedisce l’automazione, ma richiede supervisione umana qualificata per i sistemi ad alto rischio. Questo crea nuove opportunità professionali per chi sviluppa competenze di governance, supervisione critica e valutazione etica dell’IA. Non protegge i lavori esistenti, ma crea nuovi lavori per chi si riqualifica.
Quanto tempo serve per riqualificarsi efficacemente?
Dipende dal gap da colmare e dall’intensità dell’impegno. Un percorso serio richiede generalmente 6-18 mesi di formazione strutturata (10-15 ore settimanali) per acquisire competenze tecniche di base + comprensione normativa + capacità di supervisione IA. Ma l’apprendimento continuo deve diventare permanente: il mercato continuerà a cambiare.
Ha senso riqualificarsi se ho più di 50 anni?
Assolutamente sì. Anzi, hai un vantaggio: l’esperienza professionale consolidata che hai accumulato è esattamente ciò che manca alla Generation Jaded e che l’IA non può replicare. Integrando competenze tecniche con la tua esperienza umana, diventi un profilo molto ricercato per ruoli di supervisione, governance e implementazione responsabile dell’IA.
Fonti e risorse:
- British Standards Institution, “Evolving Together: AI, automation and building the skilled workforce of the future” (2025)
- Stuart Russell, “Human Compatible: Artificial Intelligence and the Problem of Control” (2019)
- Regolamento UE 2024/1689 (AI Act)
- Legge italiana n. 132/2025 sull’intelligenza artificiale
- ISO/IEC 42001 – Sistema di gestione dell’IA
Tempo di lettura: 17 minuti. Creato con l’aiuto di Claude.ai al termine di un’approfondita ricerca sull’argomento. Il testo è stato vistato da me in ogni sua riga.

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