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Che cosa diavolo è il metaverso?

Facebook e metaverso: Zuckerberg ha dato il via alle grandi manovre.

Il mese di luglio del 2021 sarà ricordato nella storia dei social network come il mese in cui si è iniziato a parlare del metaverso. Lo ha fatto Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook Inc., presentando i risultati economici del secondo quarto dell’anno per la sua azienda.

Ecco il post di Facebook di Zuck che spiega i concetti espressi durante la riunione istituzionale:

Non un web da guardare, un web da vivere

Zuckerberg ha spiegato il concetto del metaverso, che forse hai iniziato a conoscere con il film Matrix. Di che si tratta? Di una connessione web e di un’interazione nel web che non ti limiti solo a guardare, ma dentro la quale puoi vivere. Insomma, con nuovi device e con un flusso di dati maggiore, potrai eseguire azioni che vanno oltre la semplice visione. Potrai toccare virtualmente, incontrare, ballare, creare.

Un web da vivere sul quale, dice Zuckerberg, stanno già lavorando 10 mila persone a Facebook. “Creazioni, avatar e oggetti digitali diventeranno gli strumenti attraverso i quali ci potremo esprimere sul web e nei social“: parole di Mark. “Questo è quello che ci aspetta nei mesi a venire – ha continuato Zuckerberg – e spero che la gente cominci a vederci non come una società di social network, ma come una società del metaverso”.

Metaverso, Facebook lo punta da tempo

Il metaverso è un obiettivo di Facebook da tempo. Ha comprato Oculus, la compagnia che produce i visori per la realtà aumentata, la quale sta vivendo un periodo difficile perché i suoi Quest 2 hanno provocato abrasioni agli utenti e sono stati richiamati. La strada per il metaverso, però, non si è interrotta. Lo conferma anche Facebook Spaces, un ambiente per interagire dentro Facebook che è stato provato per molti mesi e che sviluppa il concetto del metaverso come di un luogo virtuale nel quale le persone possono vivere sensazioni tridimensionali mentre stanno dentro questo ambiente.

Tu e il metaverso

Cosa vuol dire, cosa può significare il metaverso per te? Ti faccio alcuni esempi. Puoi lavorare su una macchina che si trova anche a chilometri di distanza da te, puoi cogliere le espressioni del viso del tuo capo mentre fate una call in tre dimensioni, puoi disegnare un progetto, puoi interagire con degli schermi, puoi guardare un film immerso nella scena.

Insomma, io e te (e tanti altri) stiamo per entrare nel web. Nel senso, siamo per andare dentro il web.

Questo provocherà un cambiamento sostanziale nella nostra natura e potrà avere effetti molto controversi. Si tratta, tuttavia, di un’innovazione tecnologica irreversibile che non potremo fermare. Un vero potenziamento del nostro esistere.

Una tecnologia costosa, per ora…

Zuckerberg parla di questo mondo del metaverso come di un mondo in grado di vincere le distanze di spazio. Cambierà la nostra vita per sempre. Forbes Italia ne parla qui. Certo l’idea di perdere ancora un po’ della nostra fisicità non mi diverte molto, ma indubbiamente ci sono molti lati positivi. E mi piace guardare quelli.

Queste tecnologie sono ancora molto costose per la massa e hanno bisogno di potenti connessioni. Tuttavia sono già qui. Manca davvero poco al momento in cui tutti avremo i nostri visori per lavorare, i nostri cloud, i nostri avatar e, come dice Zuckerberg, andremo al lavoro senza spostarci.

Questo screenshot è tratto da https://www.dday.it/redazione/19172/zuckerberg-stecca-sul-vr-la-sua-immagine-di-futuro-terrorizza-e-inquieta

Il mondo che vedi qui rappresentato da una foto di qualche anno fa che ha fatto il giro del mondo è quello che ci aspetta. Questa foto scatenò enormi polemiche per la sua rappresentazione distocica di un solo uomo che può costringere un popolo intero alla realtà virtuale, restando lui a occhi aperti.

Qui si aprirono discussioni aspre sull’argomento, discussioni che devono esserci. Creando il metaverso, un mondo di mezzo nel quale si farà fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, si aprirà un’era digitale che va interpretata molto bene. Cominciando dal creare delle regole che non diano troppo potere ai padroni delle aziende tecnologiche. Certo sai, si tratta di cose che ne io ne te possiamo cambiare. Una cosa, però, la posso fare. Guardare dalla parte buona di queste tecnologie. Come faccio sempre. Dalla parte di quello che possono fare per migliorare l’uomo. Ci stai?

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