Il giornalista freelance è una tipologia di lavoratore autonomo che ha bisogno di una importante riscrittura.

Sono mesi, forse ormai anni, che ci lavoro su. ll giornalista libero professionista è il motore del mondo dei media italiani e va rivalutato, rivisto, rimesso a nuovo. Il giornalista freelance non ha bisogno di spiccioli, ma di una rivisitazione del ruolo, della collocazione nel mercato del lavoro, dei trattamenti contrattuali ed economici e delle tutele. Ho guardato con attenzione, in questi periodi così difficili, l’azione della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della Fnsi e ho più volte fatto sentire la mia voce, in modo costruttivo e nelle sedi e con le persone opportune, andando abbastanza spesso in dissonanza.

I veri bisogni del giornalista freelance

La vita del giornalista freelance la conosco diciamo benino: è la mia. Ne conosco i veri bisogni sotto il profilo professionale e penso che il sindacato debba darsi una mossa a cambiare proprio tipo di partita da giocare. Equo compenso? Si, ottimo. Però io direi anche equo rapporto contrattuale, equa corresponsione economica del giornalista freelance, eque tutele sociali quando il professionista dell’informazione autonomo perde i suoi ingaggi andando a fatturato mensile zero. Io direi anche equa formazione ed equa collocazione nel mondo dei liberi professionisti. Come è per notai, avvocati, commercialisti, anche il giornalista freelance è un prestatore d’opera qualificato che svolge un’attività dall’importante complessità e che ha bisogno che il rischio d’impresa, i costi e la struttura vengano riconosciuti in modo equo.

Perché tutto questo non succede? Perché non si comprende che un giornalista freelance vessato da paghe da fame e da tutele zero è un pericolo per tutti? Sinceramente non conosco tutti i motivi di questa situazione assurda, ma voglio andare fino in fondo alla cosa. Ho bisogno di capire… e di agire.

Giornalista freelance, ci metto la faccia

Perché tutta questa premessa? Semplice: perché mi hanno chiesto di rendermi disponibile all’elezione della nuova commissione sul lavoro autonomo. Già, ci sono le elezioni sindacali, si eleggono gli organi di rappresentanza del lavoro autonomo e io ti ho fatto più volte sapere e capire che alla rappresentanza attiva tengo. E anche molto. Il 31 ottobre alle 10 ci sono le elezioni che dovranno rinnovare la squadra di persone che farà parte dei tre organi di rappresentanza del lavoro autonomo (Assemblea Nazionale, Commissione Nazionale e Regionale) e ho deciso di metterci la faccia. Per le regole dell’elezione non sto qui a fare elenchi. Se sei un membro in regola del sindacato credo tu possa votare, ma per sicurezza leggi qui.

Ho intenzione di sbattermi per capire e di battermi per cambiare le cose. Convinto che la battaglia non sia da giocare in difesa come è successo in queste stagioni, ma all’attacco. Insomma, un equo compenso è giusto, ma io per la mia carriera da giornalista freelance voglio tutto il resto. Intanto facciamo il primo passo. Il 31 ottobre in viale Montesanto 7 a Milano passa a mettere un voto e poi cominciamo a rompere le palle. Insieme.


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